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Impruneta (detta comunemente L’Imprunéta, con l’articolo; pronuncia: /l impruˈneta/) è un comune italiano di 14 357 abitanti della città metropolitana di Firenze in Toscana, celebre soprattutto per l’industria della terracotta (il cosiddetto cotto di Impruneta), per la tradizionale Fiera di S. Luca, che si svolge ogni anno alla metà di ottobre, e per la Festa dell’Uva, che si svolge ogni ultima domenica di settembre.

Le sue tradizioni risalgono all’epoca etrusca, successivamente la posizione geografica, le potenzialità del suolo e la relativa vicinanza da Firenze favorirono la nascita di un agglomerato romano.

Il santuario mariano che vi si trova è sicuramente uno dei fattori che hanno reso noto il comune. Notevole anche la piazza Buondelmonti che con i suoi loggiati della fine del Cinquecento ospita le principali feste cittadine. Il turismo svolge una parte importante nell’economia del comune.

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Alcuni cenni sul comune di Impruneta

 

Storia del comune di Impruneta

“L’Impruneta è una Comunanza di dodici piccoli Borghi, situati a pochissima distanza l’uno dall’altro, o per meglio dire, raccolti quasi in un mucchio, sopra alcuni Colli, che sorgono in quella parte del Distretto, o come lo chiamano, Contado Fiorentino, che dal Fiume che lo bagna, prende il nome di Valdigreve; distante da Firenze poco più di sei miglia, andando verso scirocco”. Così scriveva Giovan Battista Casotti nelle sue Memorie Istoriche del 1714 avvalorando l’immagine idilliaca di un “aggruppamento di piccoli borghi brevidistanti” inseriti in una cornice di boschi di pino.

Ancora alla fine dell’800 un attento osservatore della realtà toscana come lo storico Guido Carocci descrive Impruneta come “una terra ampia, popolata, elegante” circondata da “una catena di poggi pittoreschi popolati di villaggi, di case e di signorili dimore”.

Tracce di insediamenti etruschi e testimonianze archeologiche rinvenute all’Impruneta rimandano infatti ad un’origine remota del paese, così come è certa la presenza romana testimoniata dai toponimi indicanti le località di Quintole, Valiano, Fabbiolle.

Ma è in epoca medievale che si afferma il ruolo sociale e civile di Impruneta, già a capo, dopo il Mille, di una delle settantadue leghe del contado di Firenze.

Dotata di uno statuto nel 1415, era governata dal Podestà e da un consiglio formato da undici membri; la Lega, divenuta successivamente Potesteria del Galluzzo, fu divisa nel 1536 con un’ordinanza di Alessandro de’ Medici in quattro quartieri: Legnaia, Santa Margherita a Montici, Giogoli e Santa Maria all’Impruneta.

La successiva trasformazione della Potesteria in Comune, che portò alla separazione sia da Legnaia che da Casellina e Torri, definì 21 popoli nella nuova comunità del Galluzzo.

Dal gennaio 1929 Impruneta è comune autonomo.

Durante la seconda guerra mondiale, nel periodo dell’occupazione tedesca e della Repubblica Sociale Italiana diverse famiglie ebree cercarono rifugio nelle campagne attorno a Firenze. A Impruneta furono almeno 11 le persone arrestate e condotte alla deportazione.

Impruneta ha mantenuto nel tempo un forte legame con Firenze: dapprima residenza di campagna di nobili casate come Gherardini, Ricci, Rossi, Antinori, Corsini, poi luogo di villeggiatura per molte famiglie cittadine, oggi il paese e la sua campagna sono preferiti come residenza permanente grazie alla particolare posizione geografica, la facilità delle vie di comunicazione e le ottimali condizioni climatiche.

Non è un caso che all’interno delle singole imprese del cotto convivano oggi modelli di produzione tecnologicamente avanzati e antichi metodi di lavorazione. In effetti, la civiltà del cotto è fortemente legata alla tradizione e denota uno stretto rapporto con il territorio circostante e con Firenze in particolare.

Gli embrici della cupola di Santa Maria del Fiore del Brunelleschi, i materiali da costruzione delle ville medicee e di tanti palazzi signorili, le sculture dei Della Robbia rappresentano gli aspetti concreti del collegamento culturale tra il paese e la sua città.

Del resto, il vincolo con Firenze si manifestò fin dalle origini del borgo grazie al culto nato con il ritrovamento dell’Immagine della Madonna e la costruzione della chiesa in suo onore: la Pieve di Santa Maria, consacrata nel 1060 dal cardinale Umberto da Silva Candida.

“Nostra Signora dell’Impruneta – ha scritto lo storico Franco Cardini – scende in una Firenze in crisi per stendere su di essa il suo manto protettore di grande, benevola, amorosa ma terribile Signora”. Le traslazioni, che si susseguirono nel corso dei secoli, rafforzarono il rapporto tra una città in crisi per fattori politico-sociali, economici naturali – carestie, calamità, epidemie – e d’una comunità locale che all’espressione di questo culto trovava la propria unità.

Il culto mariano spingeva alla mobilitazione di un’intera comunità sotto la protezione dei Buondelmonti, la quale, arroccata nel castello di Montebuoni sulla valle della Greve, lungo la strada per Roma, esercitò il dominio sul territorio ed il protettorato sulla Pieve anche dopo il suo inurbamento, seguito alla distruzione del castello da parte dell’esercito fiorentino nel 1135.

Le vicende dell’antica famiglia – narrate anche da Dante nella Divina Commedia – richiamano i noti avvenimenti storici che divisero la città di Firenze nelle due fazioni dei Guelfi e dei Ghibellini. Per 5 secoli, attraverso eventi anche drammatici come la morte di Buondelmonte e vicende di rilievo di personaggi come i pievani Stefano e Andrea, poi Arcivescovo di Firenze, i Buondelmonti legarono la propria storia politica locale con quella fiorentina.

Se le fonti dell’epoca permettono di ricostruire la storia politica di Impruneta, non è così per quella “folla composta di pastori, guardiani, mercanti” che si muoveva con il bestiame in un flusso imponente, scandito dal ritmo delle stagioni. Che questi mercanti del bestiame passassero dall’Impruneta è comunque certo; del resto, il territorio si trovava al centro di importanti vie di comunicazione e transumanza: in primo luogo, la strada alta che attraversando il paese proseguiva per il Valdarno e la Maremma.

Le folle di viandanti e di mercanti che nel corso dei secoli sostarono nel paese favorirono la nascita di un importante mercato di bestiame, divenuto poi anche luogo di scambio di altre merci, fino ad assumere la fisionomia di una tradizionale Fiera che si ripete ogni anno.

Sebbene le sue origini non siano storicamente datate, si ritiene certo che la Fiera di San Luca, dal nome del patrono del paese, possa essere letta sia come momento di scambio commerciale, che come fenomeno di espressione religiosa per i numerosi pellegrinaggi legati al culto della Madonna.

La fama della Fiera crebbe nel tempo al punto di richiamare, dalla città e dai dintorni, folle di visitatori e non più soltanto mercanti e pellegrini, come testimoniato dalla nota incisione seicentesca di Jacques Callot e dai numerosi dipinti del Filippo Napoletano, del Brill e di tanti altri artisti minori.

La necessità di valorizzare i prodotti agricoli locali, ed il vino in particolare, favorì in tempi più recenti la nascita di un’altra manifestazione folcloristica: la Festa dell’Uva.

Nel 1926 i proprietari delle principali aziende e fattorie del paese e dei dintorni sostennero l’allestimento di carri allegorici che sfilando per le vie e le piazze del paese, presentavano scene di vita agreste.

All’interno di un clima politico e sociale che tendeva a celebrare i momenti di svago e di lavoro delle masse come esaltazione della forza e dell’ingegno dell’uomo, la Festa dell’Uva assunse ben presto importanza e notorietà, coinvolgendo nella sua realizzazione l’intero paese, suddiviso in quattro rioni.

I carri allegorici, ideati e costruiti dai rioni, vengono riproposti ancora oggi in forme molto originali e con tecniche sempre più moderne. Questa festa ha acquisito l’aspetto di una sagra paesana che, pur richiamando l’attenzione di spettatori fiorentini e suscitando notevole interesse nei turisti, resta in primo luogo fulcro di aggregazione sociale e di impegno lavorativo ed al tempo stesso ludico, per gli abitanti di Impruneta.

Impruneta
Image by Wikipedia


Fonte dati: https://it.wikipedia.org/wiki/Impruneta

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Bibliografia sul comune di Impruneta

  • Erio Rosetti e Luca Valenti, Terme e sorgenti di Toscana note, meno note, sconosciute, Firenze, Le Lettere, 1997, ISBN 88-7166-335-7.
  • Fabbrica Impruneta, su fabbricaimpruneta.it. URL consultato il 29 agosto 2021 (archiviato dall’url originale l’8 gennaio 2007).
  • Emanuele Repetti, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, Firenze, 1833-1846, OCLC 671858704. URL consultato il 17 giugno 2020 (archiviato dall’url originale il 7 maggio 2006).
  • Francesca Giovannini, La festa dell’uva di Firenze e dell’Impruneta. Storia di una “tradizione inventata”, Florence Art Edizioni, Firenze, 2009, ISBN 9788895631271
  • Pasquale Villari, Le trecciaiole. Donne al lavoro in Toscana fra Ottocento e Novecento. Con documenti, fotografie e testimonianze inedite, Florence Art Edizioni, Firenze, 2017, ISBN 9788899112424
  • Filippo Venturi – Riccardo Lazzerini, L’uva in Festa. I “90 anni” della Festa dell’Uva di Impruneta, Florence Art Edizioni, Firenze, 2016, ISBN 9788899112325

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